Quando i nostri emigranti andavano all’estero e veniva loro chiesto “cosa sai fare” rispondevano “Tutto”. Ci fu un tempo in cui vennero creduti. In fondo, un po’ era vero. Partivano dal fatto di possedere una altissima manualità e dal fatto di avere svolto tanti lavori così da aver maturato conoscenze e di aver acquisito esperienze.
Poi venne il tempo in cui non vennero creduti più. Era successo che la Calabria era rimasta indietro ed il mondo era andato avanti. Le esperienza lavorative praticabili in Calabria, cioè, non erano più in linea con quelle che ormai necessitavano al nuovo mondo. Nell’ultimo cinquantennio tutti i calabresi abbiamo creduto di poter fare come gli emigranti di un tempo. Quando ci veniva chiesto cosa sapevamo fare non rispondevamo ma pensavamo di saper fare bene il turismo e la politica.
Possiamo continuare a dire che sappiamo fare turismo? Turismo, certo, significa ottimi alberghi,ottimi management, ottima cucina, ottima ricettività, ma forse significa anche:
a) Strade ed aree pubbliche pulite. Siamo una regione turistica SE ABBIAMO i cassonetti pieni di immondizia sparsi per le strade , spesso vecchi e disperdenti, e che puzzano?
b) Mare pulito. Siamo una regione turistica SE ABBIAMO poi una rete fognante che perde, impianti di depurazione che non sempre depurano, alvei fluviali ricchi di coliformi e streptococchi fecali, invece che di fauna?
c) Spiagge pulite. Siamo una regione turistica SE ABBIAMO le nostre spiagge, cosiddette, libere, spesso sporche e quelle private con costi spesso altissimi?
d) Spiagge organizzate ed accessibili. Siamo una regione turistica SE ABBIAMO spiagge spesso inaccessibili, se mancano di parcheggi, magari organizzati, di servizi di ristoro, eccetera?
e) Collegamenti tra alberghi e città limitrofe e relativi servizi. Siamo una regione turistica se manchiamo di collegamenti su gomma confacenti alle presenze turistiche?
f) Centro storico visitabili. Siamo una regione turistica se spesso i nostri centri storici sono abbandonati e sporchi ed i comuni nulla fanno per renderli puliti ed accessibili?
g) Aree storiche ed archeologiche visitabili. Siamo una regione turistica se spesso le nostre aree storiche ed archeologiche sono inaccessibili, se i reperti sono nascosti, se addirittura i nostri castelli e le torri sono cadenti ed in mano ai privati?
h) Rispetto del riposo. Siamo una regione turistica se le norme in materia non sono quasi mai rispettate, nemmeno dagli enti pubblici? A Rimini le discoteche sono una a fianco all’altra ma la musica dell’una non viene sentita dall’altra perché hanno pannelli fonoassorbenti nel rispetto della legge.
i) Traffico regolare. Siamo una regione turistica se cii sono 10 postazioni di autovelox e photored poste in essere dai comuni per “abituare” la gente al rispetto delle legge? Parliamo di comuni nei quali, poi, ci si dimentica di tutto il resto del codice della strada e senza che nessuno si ponga questo problema.
j) Servizi sanitari . Siamo una regione turistica se i servizi sanitari sono così scadenti a dispetto di validi medici e tecnici? Come si può pensare di fare turismo senza attenzione alla salute dei nostri ospiti?
Potremmo continuare a lungo e sicuramente vi seccherei ed avremmo perso la occasione di fare turismo. Occorre invece spostare un attimo l’angolo di osservazione e ricordare che in quasi tutti i comuni calabresi ci sono assessori al turismo. Non voglio offendere nessuno, ma secondo mei sono tutti, o quasi,( mi piacerebbe essere smentito) assessori allo spettacolo. Cioè si confonde il turismo con lo spettacolo. Basta allora fare musica, feste, teatro, eccetera per sentirsi assessori al turismo. Io la penso diversamente e ve ne do una prova. Essere assessori al turismo significa avere una città che funziona per i cittadini ed i turisti; una città pulita, organizzata, con un traffico scorrevole, eccetera.
Essere assessori al turismo significa avere alberghi che danno davvero i servizi che promettono, significa avere esercizi pubblici che espongono i prezzi e non li raddoppiano ai turisti, significa avere spiagge pulite ed organizzate, significa avere un lungomare libero e pulito, dove si possa passeggiare, senza barche e senza cacche di cani, significa avere un traffico che funzioni, significa avere servizi turistici di qualità , non gratuiti e con le file prenotate per gli amici, ma a pagamento, come in tutto il mondo (non il panem et circensis degli imperatori romani), ma significa soprattutto accoglienza e rispetto.
Non ho visto in tutta la Calabria un ufficio che ascolti il turista e che lo tuteli il turista da ogni possibili comportamento illecito od irrispettoso. So che non sarei giusto se me la prendessi con gli “assessori al turismo” che spesso ho visto sistemare le sedie per lo spettacolo serale nei caldi pomeriggi di agosto. Infatti. Altri avrebbero potuto, e dovuto, ascoltare, consigliare, tutelare il turista. Per esempio le province. Per esempio la regione.
Mi chiedo infatti dove sia il personale delle vecchie APT? Perché a questo personale non vengono fatti seguire corsi professionali al fine di essere utilizzati nelle cittadine turistiche? Dove è questo personale, che cosa fa? Allora come i calabresi emigranti prendiamo atto che il mondo del turismo cammina molto più velocemente della Calabria e che se vogliamo fare sul serio turismo dobbiamo cominciare a correre, dobbiamo fare turismo sul serio. non con i rapporti autocelebrativi che consumano solo risorse economiche. Ecco occorre che i Calabresi pretendano maggiore rispetto e pretendano si cominci a correre sul serio. Occorre però che coloro che sono zoppi nel cuore e nella mente si facciano da parte , magari aiutati. Facciamo spazio a coloro che dal nulla organizzano una borsa del Turismo e poniamoci a loro disposizione per fare meglio, come è possibile e doveroso.
Di fronte a queste considerazioni possiamo continuare a dire che sappiamo fare turismo?
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